Tracklist
01. Intercity
02. Tell me your wishes
03. On my name
04. Naked
05. Somewhere folk song
06. That day, that morning
07. Last time blues
Personnel
Massimiliano Rolff, Contrabbasso
Emanuele Cisi, Tenor Sax
Andrea Pozza, Piano
Enzo Zirilli, Drums
All compositions and arrangements by Massimliano Rolff
LINER NOTES by Guido Festinese/Italian Jazz Institute
Naked: e quindi “nudo”, oppure “messo a nudo”. Una situazione in cui chi deve presentarsi arriva senza schermi: consapevolmente o no. C’è un nefasto, triste coro annidato nei media italiani che conferiscono patenti di bellezza, di autenticità, di sforzo creativo a figure “artistiche” in realtà perfettamente a proprio agio nel mostrarsi dietro coltri di schermi. E nessuno che abbia il coraggio di gridare, come nella bella favola, che “il re è nudo”. Qui siamo sull’altro versante della favola: quello che ha per protagonisti piccoli eroi ed artigiani della costanza, gente che crede in quello che fa, cerca di farlo al meglio, non finisce sulle copertine, non si illude di cambiare le sorti della musica e della cultura d’Italia in pieno ballo nei saloni del Titanic (ma nessuno ha visto l’iceberg, e, come diceva Totò, “la nebbia c’è , ma è invisibile”). Non ha illusioni, ma il gusto della bellezza perseguita e ritrovata sì, a costo di tutto. Max Rolff torna a presentarsi “nudo”: e il termine potrebbe acquisire altre accezioni, nel complesso mondo del contrabbassista e compositore che, da diverso tempo, è anche una delle anime culturali e propositive del mondo del jazz ligure. Rolff cambia passo e trova nuova energia ispiratrice, con Naked Quartet, il quartetto, verrebbe voglia di dire, in cui davvero la musica “è messa a nudo”: senza orpelli, senza devozioni a quel misterioso, ambiguo, e spesso richiamato “gusto del grande pubblico” che produce povere cose, e che ha la presunzione, soprattutto, di sapere cosa voglia la gente. Loro, gli altri del Quartetto Nudo scelti da Rolff sono Emanuele Cisi, Andrea Pozza, Enzo Birilli: musicisti di assoluta eccellenza, ma anche di conclamata sobrietà. Compagni di viaggio ideali per il “mainstream jazz” di Rolff attento al beat, alla presenza ritmica elastica ed esatta, alle melodie sgorgate in un attimo d’ispirazione che diventano poi palestra necessaria per splendidi voli solistici: ben più, qui, che nel precedente lavoro “Unit Five”, firmato dal bassista. Racconta Rolff che per molti mesi nel suo lettore hanno girato dischi di Joe Henderson: e molta della materia duttile e pensosa di questo grande “unsung hero” ritrovate qui, quel passaggio delicato ed essenziale che ha traghettato l’hard bop in forme più aperte, in territori incogniti da cui sarebbero sgorgate altre sofferte rivoluzioni musicali. A volte, come succede in Naked, è già di per sé importante che qualcuno sappia ancora testimoniare un passaggio, uno snodo epocale.